Arezzo Gravel 2024
Sabato 23 Marzo abbiamo partecipato alla seconda edizione dell’Arezzo Gravel, cicloturistica per gravel e mountain bike, derivata dalla ciclostorica “Ardita” arrivata alla ottava edizione. Dei tre percorsi presenti abbiamo deciso di provare “L’Ardita”, 90 km per 1600 mt di dislivello che ripercorre le strade della cicloturistica ormai permanente. Il punto forte di questo percorso è la scalata finale all’Alpe di Poti, già tappa del Giro d’Italia 2016.
Dal cuore di Arezzo scendiamo, nella foschia di una giornata un po’ fresca, ma che promette bene. Tra tratti in asfalto, sterrati e lungo fiume molto scorrevoli attraversiamo qualche caratteristico paese, raggiungendo Ponte Buriano, un antico ponte sull’Arno che reclama la sua presenza addirittura nella Gioconda di Leonardo. Poco dopo arriviamo a Castiglion Fibocchi, primo ristoro del nostro percorso. Scopriamo, passando tra qualche maschera e murales, che il paese ospita un famoso carnevale. Spunta un leggero sole e con un po’ di musica e un pezzo di crostata siamo già in pieno spirito gravel.
Arriviamo a Pieve San Giovanni ed inizia la prima vera salita impegnativa del nostro giro, con notevoli picchi sopra al 10% fino a Casavecchia. Una bella salita che inizia graduale e ci regala bei panorami di campagna. La prima asperità del tracciato ci mette alla prova ma riusciamo a superarla, al nostro passo, senza troppe difficoltà. Prima della discesa non ci scappa un piccolo chioschetto con dei ragazzi molto simpatici che ci invitano all’ulteriore sosta, bicchiere di coca-cola, un altro pezzo di crostata e giù per la discesa che ci riporta lungo l’Arno.
Attraversiamo Capolona e il suo caratteristico ponte sull’Arno e proseguiamo verso piccoli paesetti che, con i loro campanili a punta in mezzo alle colline, ci ricordano quelli di montagna. Siamo arrivati a metà percorso, sappiamo bene che l’ultima salita si sta avvicinando, tra il timore e la curiosità iniziamo a parlarne anche con qualche altro partecipante, ma non riusciamo a scucire grandi informazioni. Prima però dobbiamo affrontare lo strappo di Marcena, un caratteristico paese dove incontriamo sulla strada, tra olivi e vigneti, sculture e altre opere artistiche a cielo aperto. Ultimo ristoro prima della salita finale, finalmente pane, vino e zucchero, snack d’altri tempi!
Maciniamo una decina di chilometri in velocità cercando di rubare un po’ di scia a chi troviamo davanti per risparmiare le gambe. Arriviamo nei pressi di San Polo dove si inizia a respirare l’odore dell’ultima temuta salita. La scalata all’Alpe di Poti fa capire subito come sarà l’andazzo, quando abbassando lo sguardo sul ciclocomputer il colore preminente è il rosso…e non è un buon segno. Sappiamo che la salita sarà lunga e dura, ce la prendiamo con calma ma inizia subito a metterci alla prova. A circa metà ci dà un po’ di respiro anche per apprezzare il panorama, siamo già alti e la vista su Arezzo è bellissima. Il paesaggio piano piano lascia spazio a fitti boschi di montagna e la strada passa sterrata. La parte finale della salita è dedicata a Marco Pantani: le forze sono veramente al limite e la percorriamo letteralmente con la lingua alle ginocchia, raschiando il fondo delle energie. Quando appare il ristoro posto in cima, sembra un’oasi nel deserto. Si respira grande entusiasmo da parte di tutte le persone che troviamo già là; ce l’abbiamo fatta, è stata dura. Tocchiamo quasi i 1000 mt di altitudine e, dopo qualche foto di rito e pacche sulle spalle di stima reciproca, ripartiamo per la lunga discesa che ci riporterà all’arrivo. Anche la discesa è notevolmente bella, e poi, coscienti di aver praticamente finito, ce la siamo goduta appieno. Arriviamo ad Arezzo con le gambe pesanti ma molto soddisfatti, la birretta all’arrivo è il nostro primo premio!
Ringraziamo CicloStile di Orvieto, nostro punto di riferimento per il mondo a pedali.
Nota di merito: il nostro Valerio Bellocchio, esponente di punta del team Triplo, si è decisamente fatto onore nella cronoscalata dell’Alpe. Sedicesimo con un tempo quasi da professionista del pedale. Triplo riflette sulla partecipazione al Giro d’Italia.
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